I vinti di Vittorio Veneto by Mario Isnenghi Paolo Pozzato

I vinti di Vittorio Veneto by Mario Isnenghi Paolo Pozzato

autore:Mario, Isnenghi,Paolo, Pozzato [Isnenghi, Mario Pozzato, Paolo]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Storia, Biblioteca storica
ISBN: 9788815350091
editore: Societa editrice il Mulino Spa
pubblicato: 2018-09-14T22:00:00+00:00


Anche il 2° reggimento Schützen a cavallo aveva però preso validamente parte all’ultima battaglia della 12ª divisione Schützen a cavallo.

Il comando di divisione, retto interinalmente dal magg. gen. von Serda, ordinò verso mezzogiorno al 2° reggimento Schützen a cavallo, che il col. barone von Lauer fin dal mattino aveva schierato nella Valle del Soligo, profondamente incavata, a nord di Barbisano, di muovere al contrattacco su Villamata. Il col. von Lauer ricevette l’ordine da un portaordini a cavallo in quanto tutti i collegamenti telefonici erano andati distrutti. Gli squadroni si spiegarono per l’attacco e, condotto con abilità e valore, questo contrattacco colse completamente di sorpresa gli italiani. Questi ultimi cedettero la zona di Villamata e ripiegarono sul Piave. Così venne anche scongiurato il pericolo nel settore di reggimento di sinistra – orientale – e venne salvata la situazione.

Alla fine intervenne nel combattimento contrattaccando anche il 2° mezzo reggimento del 6° Schützen a cavallo. Il magg. Wünsche, da comandante di questo reparto, condusse i suoi squadroni verso Rostirola, dopo essere stato messo in allarme alle 8 a San Pietro di Feletto. A Rostirola due battaglioni Honved della 41ª divisione Honved, che confinava a sinistra, dovevano unirsi all’attacco degli Schützen a cavallo. Dato che questi reparti non intervennero, il magg. Wünsche unì i suoi squadroni al contrattacco del 2° reggimento Schützen a cavallo. Dato che Pieve del Trevisan si trovava sotto un intenso fuoco italiano e un guado del torrente Soligo gonfiato dalle piogge appariva ugualmente difficile, il magg. Wünsche condusse i suoi squadroni attraverso Pieve di Soligo. Lì il mezzo reggimento giunse alle 15. Il magg. Wünsche prese visione personalmente della situazione e decise di muovere da nord su Sernaglia. Gli squadroni si sottrassero a una cortina di sbarramento, per attaccare quindi gli italiani nella completa oscurità. Il magg. Wünsche aveva spinto in avanti tre squadroni e scaglionò uno squadrone sulla destra verso le retrovie come collegamento col 1° mezzo reggimento del proprio corpo. Distesi su ampia fronte, gli Schützen avanzarono. Né a destra né a sinistra del 2° reggimento Schützen a cavallo fu possibile stabilire un collegamento. L’attacco finì con l’arrestarsi ad alcune centinaia di passi a nord di Sernaglia. Sotto un intenso fuoco di artiglieria e di bombarde i valorosi Schützen tennero duro fino a che, minacciati di aggiramento sulla destra, ripiegarono in ordine su Soligo. Gli italiani rimasero ancora a lungo incerti circa quanto stava effettivamente accadendo e bersagliarono furiosamente i ripari abbandonati.

«L’incontestabile successo dei contrattacchi condotti con audacia anche se non all’unisono fu che gli italiani non attaccarono più nel corso della notte e nemmeno il giorno seguente osarono più attaccare la 12ª divisione Schützen a cavallo. In tal modo si guadagnò tempo per un’ordinata occupazione della seconda linea scelta in precedenza dal comando d’armata e per lo sgombero di prezioso materiale bellico» (Aureli Serda-Teodoroski, Der letzte Kampf der 12. Schützen Division, in «Militärwissenschaftliche Mitteilungen», 1928, p. 787). La sera anche la divisione si ritirò sulla seconda linea. Solo delle retroguardie di sicurezza rimasero sulla linea Q.151, a sud di Soligo-Q.



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